Tu sei qui: Portale PIAZZA 1 BIBLIOTECA Eugenio Nastasi, L'occhio degli alberi, Edilet, 2013

Eugenio Nastasi, L'occhio degli alberi, Edilet, 2013

Antonio Spagnuolo

 Poesia che configura le dimensioni metaforiche e la luminosità del verde, un verde che è in questo caso anche il topos della memoria e delle rievocazioni di una trama del vissuto , tra sprazzi di fanciullezza e trafori del presente.

Il percorso è vivacemente colorato , tracciato con un arcobaleno che si espande per simboli e segni, che fanno della musicalità un’originaria ondulazione del ritmo.

Anche la illusioni non hanno confini ben definiti, immerse nella speranza e nell’ ignoto, per meravigliarsi di improvvisi ammiccamenti o per fulminanti decorazioni.

“Con le sue onde il mare s’apre a melagrana / rilucendo nell’illusione che il confine / sia prossimo e la spuma ritorni / col suo relitto inabissato/ non so dirle le opere che ascolto / dalle vie distratte qui c’è posto / per cose senza senso e noi abbiamo credito / dinanzi alla pietra scartata / a tutto quello che brucia più del respiro….”

Nel sotterraneo improvviso squillare degli spazi le immagini si intrecciano in un gioco attento di liquidità ed ottima dentellatura , per incrociare il mondo delle sensazioni e smarrirsi nelle figure sospese del canto.

Gli incontri sono appassionate feritoie nel folto ondeggiare delle foglie , quando gli alberi e la natura sono un rigoglio salvifico e melodioso , quando tutto volge al rincorrere delle immagini. “L’attesa è segno di una voce / non raggiunta non amplificata / è dentro al corpo obbligato / a tessere e abitare…” le metamorfosi hanno forza propria , una testimonianza che si prospetta in molteplici variazioni , per rincorrere il sapore di un bosco vibrante, acre e pungente , fulcro di un raffinato scenario che potremmo ritrovare perfezionato tra il mito ed il rito, diverso un giorno , tenero e intermittente nel riflesso.

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