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Lorenzo Spurio, Cemento

Antonio Spagnuolo

 Poesia della solitudine , una solitudine che adagia sentimenti e visioni in luminose sfaccettature della musicalità . Versi rapidi , che corrono nello spartito con il ritmo suggestivo della semplicità, quasi a voler raccontare con sobbalzi ed incursioni una quotidianità tutta tesa alla illusione , alla immaginazione, alla memoria.

Il contrasto tra le figure e la materia che sottende , come il cemento , il ferro , il legno , la pietra, è un mistero appannato, che il poeta cerca di svelare per immergersi nella fluidità della poesia stessa.

L’alternarsi di “rabbiose boccate d’aria” per “laconiche tregue” , o il rincorrere stelle che non brillano più per la nullità della notte , o il dormiveglia di Eolo , di Thanatos , di Eros come ingorda ubriacatura , vengono a noi da un sipario magico e mitico, che tende a risvegliare quei contenuti psichici profondi ed inesplorati , i quali nella propria fascinazione diventano panici e solarmente primaverili.

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