Tu sei qui: Portale PIAZZA 1 BIBLIOTECA Mariagrazia Carraroli, N.O.F. 4 - centottantadue metri di follia, Ed. Le voci della luna, 2010

Mariagrazia Carraroli, N.O.F. 4 - centottantadue metri di follia, Ed. Le voci della luna, 2010

Antonio Spagnuolo

E’ improvvisamente offerto, in questo originale volume di poesia, realizzato come “azione teatrale”, un mondo appartato e sofferto, che nasce dalla rivisitazione della follia, artisticamente compiuta, di un detenuto nel reparto criminale del Manicomio di Volterra. Un tale Nannetti Oreste Fernando accusato nel 1948 di oltraggio a pubblico ufficiale. Il giudice incaricato presso il tribunale di Roma lo prosciolse dai reati ascrittigli “per vizio totale di mente”, quindi nel 1958 trasferito dall’Ospedale Psichiatrico di Santa Maria della Pietà di Roma a quello di Volterra, dove l’anno successivo passò alla sezione giudiziaria Ferri, per scontare una condanna di due anni.

Mariagrazia Carraroli immerge la sua capacità di scrittura in pagine assolutamente coinvolgenti, tra i versi che si concretizzano a mano a mano per una speciale dinamica descrittiva, fra la martellante alienazione del dettato e la luminosa nudità della rappresentazione. I testi e le figure che Nannetti incise sulle mura del nosocomio raccontano di conquiste di stati immaginari da parte di altre nazioni immaginarie, di voli spaziali, di collegamenti telepatici, di personaggi fantastici, poeticamente descritti come alti, spinacei, naso ad Y, di armi ipertecnologiche, di misteriose combinazioni alchemiche, delle virtù magiche dei metalli. Ripercorrendo qui con una poesia agile e scorrevole le “strade” della follia è come camminare per un sentiero lastricato di dolore ed urla strazianti, nel mentre la poesia stessa segna con passaggi metaforici e realistici una consapevole testimonianza, ricca di colori e luminosità sempre coraggiosamente realizzate. “Dal pino marittimo è volato/uno storno metallico alle sbarre/dove io da tanti anni cerco il cielo./E' bellissimo e, sicuro, dalla prigione/lui s’è liberato…” – “Ho scritto per la Morte/che fermasse la falce sul mio libro/per leggere gli anni calcinati/vissuti due volte/il muro specchio…” –

L’intensità, piegata e compresa, diventa il modello della forza che l’autrice riesce a realizzare con la sua interpretazione.

Il volume è elegantemente arricchito da ventisei fotografie riproducesti i graffiti di N.O.F. e curate da Luciano Ricci.

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