Tu sei qui: Portale PIAZZA 1 BIBLIOTECA Raffaele Piazza, Del sognato, Ed. “La vita felice”, 2009 (prefazione di Gabriela Fantato)

Raffaele Piazza, Del sognato, Ed. “La vita felice”, 2009 (prefazione di Gabriela Fantato)

Antonio Spagnuolo

Nel segno persistente della ricerca, e della poesia raffinata, ecco una raccolta di versi che riesce a coinvolgere il lettore , per quella raffinatezza tutta incisa tra rigo e rigo e per la struttura rigorosamente attenta della pagina. Raffaele Piazza non è nuovo al cimento con la “parola” , egli per anni si è addentrato nei meandri del “dire” e quasi sempre ha realizzato immersioni degne di essere seguite e segnalate.

“Vedi i mattini tra le pareti di sogno / entrare di tinte verso il velo a trascriverne / l’apertura delle ante del giorno; / vita a coglierne il senso recuperato / un fiore d’erba tra le copertine mai aperte e / invece oggi nell’agenda che è già / camera inauguri la radura che stava da anni: / le foglie per riandare nelle stanze / segrete come / poi serve ed è felice una casa per fare sesso / o mangiare, non solo:/ scrivere di nuovo – poi chiamarlo / amore quel vagare di lettere in movimento: / il fondamento in oggetti da rivelare / che se poi continua in qualche / modo e sarà infinito qui è cominciato/ in queste camere…” – La linea del disegno straripa dalla mano, impegnata in occasioni che sembrano barocche, tra l’ angoscia esistenziale, che appare in ombre, e il divenire fenomenico degli scarti. Immagini, pensieri, illuminazioni, ipotesi, sensazioni, plasticità si intrecciano vorticosamente e si susseguono , coinvolgendo il fruitore e invogliandolo a ri/creare il testo con la propria sensibilità ed il proprio bagaglio culturale.

La sua “Musa” ha attimi di squillo, attenta alle epifanie che scivolano tra pause e riprese, o sospesa alle ombre della memoria, ritrovata a poco a poco tra le assenze, i ritorni, lo schizzare dei sussulti erotici, o il gioco dei muri calcinati.

L’intreccio dei messaggi gioca con le pulsioni della mente a riempire , se liberati, quelle ipotesi di quotidianità che ognuno di noi insegue per migrare nell’empireo.

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