Tu sei qui: Portale PIAZZA 1 PALAZZO DEL MARCHESE SPLENDORE DEL VENTO. Le Visioni (fr. 2012)

SPLENDORE DEL VENTO. Le Visioni (fr. 2012)

EB di Terzet

Come poeta c’è un solo dovere politico, quello di difendere la propria lingua dalla
corruzione. Quando il linguaggio è corrotto la gente perde fede in quello che sente, e ciò
conduce alla violenza.

Auden

Se il potenziale negativo dell’uomo si manifesta perfettamente nel delitto,
il potenziale positivo si manifesta perfettamente nella poesia.

Brodskij

La poesia non tollera ipotesi, ma solo l’evidenza dei miracoli.
Contini

L’aforisma, la sentenza, sono le forme dell’eternità; la mia ambizione è dire in dieci
frasi quello che chiunque altro dice in un libro, quello che chiunque altro non dice in un libro.

Nietzsche

 

 

 

 


per Serena Olivari

Signora svagata e gentile che
t’apprendi ad ogni occasione
per esistere sino a quando il franco
elaboratore d’immagini trova
per parlare felice davanti al museo
di Bilbao, a ricamare segni dipinti.
Adesso Memoria ti vive vivace
e chiacchierona alle mostre,
magra come le figure piccine
che da sempre hai dentro
e che volano ancora.

*


les disparus

indifferenti non sono
compagni invisibili
dell’umana avventura

*


a Elisa

La sacra acqua che ti lavò
pulisce le orecchie rosse
dell’elefante stretto tra
tubi e cannule, e senti
dei grandi viaggi
dei fortunosi ritorni
dei meravigliosi incontri.

*


per Romolo Rossi

Colpire la lingua di chi del dire
ha fatto modo di ricostruire
l'identità altrui confusa,
è dannazione e benedizione per
un duro equilibrio nuovo
sopportato dalla antica dignità
d'essere ancora chi si è.

*


per Piero Welby

Caro Piero ho scritto di te
non d'accordo sull'eutanasia
forse meno coraggioso di te
che di me soffri di più.
Ti scrivo adesso per dirti una
cosa che tu sai già certamente:
peccatori senza pietà chi chiuse
le porte del tempio al corpo tuo,
infelici e disgraziati perché
il nostro padrone tutto a te
ha svelato e tu, intelligente e
pietoso compiangi stolti speculatori
e me povero poeta che ti abbraccia.

*


genealogia

Achille vergognosamente sputò
sul cadavere ostile, non sapendo
quanta ignominia ricadeva su di lui
detestato dagli Eroi, assieme e più
di Ulisse il meschino del mafioso
Agamennone del cornuto Menelao
avidi di interessi sempre superiori
ai pattuiti ori che pagano la morte
della meglio gioventù d'ogni sempre.

*


amore rosso


Il profilo del volto non
era ancora compiuto
dai viaggi.
Salvata la danza filiale
con l'amore scoperto
sorride alla rinuncia.
Tastando occhi polsi
caviglie e l'abito rosso
riprese la sua vita libera.

*


domande

immobili
coi molti rumori diversi
attenti al rumore atteso.
fermi
per non scoprirsi
e presidiare quel posto strano.
ma i capi e gli ordini vanno
discussi domanda la testa
non più coordinata alle mani.
gli occhi bagnati di una
pioggia venuta lontana?
fango e sabbia
saranno compagni
per il resto della vita che
terminerà al turno di guardia.

*


tra Lucca e Possagno

Quando vai a trovare Ilaria,
taci e senti il profumo del bianco
non parli per udire i suoni di lei
che non guarda e amorevolmente
si ritrae.
Quando incontri Paolina,
provocante sul triangolo del gomito
senti rumori e parole e rimani
come dinanzi ad una foto di Vogue.

*

 

 

Che vuoi Fondatore dei Giardini, che ti scriva su carta di Ghandara gli errori commessi, che m’inchini ai tuoi fiori? Che vuoi Dominatore dei Giardini, affinché il desiderio di belle rose inglesi dolci come un buon poema fioriscano nel giardino che curo con pigra intelligenza? Che vuoi Signore dei Profumi e dei Colori, da me incapace dell’estremo e afflitto per la poca rispondenza all’opera mia? Vuoi forse convertirmi alla tua legge che domina cosmo e terra? Ebbene posso, ma prima di volerlo ti chiedo un’assicurazione per la pietà chiesta già da Apollinaire, per quello che non potrò mai capire tra i segni dell’aprile ritornante. Ti chiedo di rivelarti Giardino Universale, oltre ogni ragionevole dubbio. Se ci stai sarò il tuo miglior giardiniere.

 

*


Incerti dei silenzi indulgenti,
ipocriti tacevamo la piena del fiume
e la ruggine mentre truccavano
la bilancia. Abbiamo tralasciato
e offeso, ci hanno ingannato,
c'è stato tradimento. Che
rimarrà dei passi tentati verso
il monte ventoso, gli occhi
appannati mentre saliamo.

*


L’albero di Giotto non è verticale
ficcato alle montagne modulari
per costruire città. Segni diversi
dal morbido Masolino, le figure
stanno una sopra l’altra, una accanto
all'altra, desiderio di simultaneità.

*


Cézanne tutta la vita di fronte
alla Santa Victoire la studia
mette a fuoco le diverse particolarità,
l’ascolta di mattina sotto il sole di sera
all’alba quando è nuvolo sotto la pioggia.
La montagna è sempre la stessa ma
il movimento occhiocervello si propone
diverso ogni volta e la volontà sempre
è capire un pezzo per capire il mondo.

*


Ho letto di porte del cielo
di triplici quadrati
di accumulazioni energetiche.
Sono sconfinato da Orione
mi sono perso tra piramidi
madonne nere e piemontesi
incinta, tra nomi semiti, rune
sorgenti sacre e mammelle
napoletane. Ho sentito di
punti orientali dove il sole
s’infiltra, nella sacra famiglia
ho visto una cripta e nella
cattedrale terribili cose.
Ho letto ho pensato
dell’intrigo e poco
m’importa dei fratelli e
dei figli o della sposa.
Forse non voglio capire,
ma quando leggo le parole
dei fatti che hai detto, non posso
che guardarti per la vita che
ancora qualcosa attende,
per i tuoi doni, da me.

*


...ma so che pensieri e atti
se la vedono con qualcosa che
non scherza sulle cose serie
che sente lo sforzo di chi
tenta il massimo e lo aiuta
quando sembra che tutto
sia sommerso dai rifiuti...

*


Natale
Ghiaccio
Il cappellano tra le bombe
dice agli uomini di pregare
ciascuno il suo dio
Bastogne
Film di guerra

*


Qualcuno si è arreso, altri no
incagliati nelle insidie dei segni
fasulli sono andati fuori posto,
altri hanno accettato il giardino
ricevuto, altri hanno reso più bello
pezzetto o parco che fosse, hanno
fatto di una rosa un distintivo, pochi
hanno ideato opera che oltrepasserà
il tempo e lo spazio inesistenti.

*

 

 

improvvisamente
la Gloria toccò George Noskov

La lettera mi dice che George
si è esploso una bomba nel fegato
più non sopportando la solitudine
e le angherie di magistrati presentuosi.
George ha tirato la spoletta che per anni
aveva gettato nella poesia amata amante
di Russia e Italia, dopo la fuga e il suicidio
di Olga, l'amata sua con Sasha.
Troppo dura sebbene le nuvole di Londra
veloci, i fiori signorili di Chelsea, gli scritti
di teatro e le mostre a Casa Russia per
tenere legato l'atomo della vita alla vita.

*


Sono stato tentato dal diavolo
un diavolo inesperto nei trucchi
come nelle trappole, poco malizioso
furioso e in un attimo tranquillo.
Ignaro della poca gloria che ne
avrebbe tratto, ha tentato se stesso.

*


craccole

Non è molto intelligente
passare la vita a fare
craaaaa, ma anche le
craccole concorrono al
grande disegno oppure
sono una collateralità
consegnata all'estinzione
e il cracchiare è
disperso richiamo.

*

 

 

sappiamo che morte esiste
non i morti
sappiamo della trasfigurazione
nell'artepoesia
ma temiamo di spezzare il filo
col nostro peso

*


un vuoto ci distanzia
piccolo spazio sacro
a riunire le mani

*

 

 

mentre attendiamo

 

E' vero che dobbiamo capire la tua eternità, ma noi che eterni non siamo se non dentro e che tentiamo la via più stretta, ci fermiamo anche allo strazio dei corpi, ai dolori, alle angoscie di chi vede morire famigli e sconosciuti come i pompieri che tappano le falle dei mercanti dei Nuovi Templi; e li chiamiamo eroi, beffandoli come i minatori i marinai i soldati e i volonterosi che s'appestano tra colline di cadaveri puzzolenti.

Necessita un qualsiavoglia uomo o un predestinato per il sacrifizio a ristabilire non la giustizia, ma una difesa dalle ingiustizie del mondo? Gli errori degli uomini sono così gravi se ancora ricade tanto diluvio, e non dirmi che questo mondo va così perché lo abbiamo fatto noi! Noi chi? Chi ha deciso, contro di noi, di non rispettare l'andamento armonico delle maree, i cicli della luna, le attrazioni solari e delle acque, i tempi ritmati degli alberi e delle coltivazioni, le croccanti insalate e l'olio e il vino che aspettano la loro stagione per fiorire e renderci ebbri e salubri.

Avverso a loro devi essere, contro di loro dobbiamo combattere, ma ci hai detto di perdonare e così se la cavano i Garimpieros Brasiliani la Basf di Ludwigshafen gli scienziati di Los Alamos quelli di Bhopal il mercurio della Chisso e la Hooker e la Kansai, la Tepco, la Dust Bowl e l'invasione delle opuntia e dei conigli il talimonide e quanto ci hanno nascosto.

Confondi la nostra stoltezza di fronte alle meraviglie della tecnicologia, risvegliaci per rendere le autostrade vuote, le case con più sabbia, le strade e le piazze fiorite con le automobiline elettriche. Insterilisci i papaveri, allaga i laboratori bioenergetici, blocca coloro che non agiscono bene, fa mancare il petrolio e il gas, svuota ogni caveau, disarticola i robots, rinsavisci i matematici.

Lasciaci a pane e acqua con un tetto per la pioggia, un vestito con scarpe per l'inverno, un cappello per l'estate, il fuoco per stare assieme; ad acqua e pane lasciaci finché sia compiuto il giusto, e con un pò di manna per assaporare l'ultimo tè mescolato con l'indice mozzato, quell'indice che fu energia dell'inizio.

 

*

 

 

zahir

Hai mai pensato che ti telefonavo
a scadenza, per sentire la tua voce,
il tuo pronto. E facevo di me
specchio feticista che non voleva
offendere la passione improvvisa per te
che ti dicevi nella voce inesprimibile.

*


tradizioni

Abbiamo guardato più alle statue greche
più ai templi di Agrigento e Paestum che
ai libri sacri lasciati nel tabernacolo del tempio,
da cui sortì il grande avvento perché il mondo
vivesse sacro e la scienza, con la dialettica,
non si sostituisse al divino per quella presunzione
che neppure Nietzsche volle, quella potenza vana
che lascia ai posteri un mondo noioso, senza gioia
e gaiezza, tutto smontabile e fruibile per essere
rovinato dalle nostre logiche interpretative.

*


favola d'antico libro


Passato il terribile diluvio
ritrovai il vecchio marinaio
che amò le signorine cinesi,
il maggiore inglese che amava
le gonne vaporose, il vescovo
che credeva vuoto l'inferno,
Matteo che uccise la moglie
non per odio o vendetta ma
per disperazione d'amore.

*


promessa

Mi disse l'amicizia
di restare lì dove ero
e lì fiorire. Adesso mi chiedo
se quello che ho fatto è
solo per riempire la vita
per allontanare la morte,
o possiede altro senso ignoto
riposto nelle radici
di quel fiore che non vedo?

*


benedizione

 

Signore, perchè ci fai morire dopo averci fatto nascere in questo mondo magnifico, in questa terra che è piena di alberi profumati, di frutta che è dolce mangiare, di montagne talmente bianche che viene freddo a guardarle, di mari che ondano continuamente, di lune che illuminano gli occhi rotanti degli animali colorati dalla notte.

Io non sono un rabbino, tantomeno un profeta o un santo, ma ti chiedo di farci vivere sempre su questa terra, e di far tacere malizie invidie omicidi assassini suicidi guerre. Fai che tutti vivano felici di questo, cambia le regole del mondo annullando gli errori iniziali, aiutati in questo dal nostro riconoscerti.

Grandi poeti e grandi sapienti hanno creduto in te, parlato della tua misericordia e allora elimina non solo i morti che hai già fatto, ma anche la morte che non ci permette di essere i giusti che salvano il creato, che ti ringraziano, che ti parlano con amore perchè ritornati immortali, se questa è la tua volontà.

 

*


cantano gli uccelli
rimbalzando i sentimenti
di chi vorrebbe parlassero

*


grandezze

non sono insignificanti e malvagi
gli uomini quando saltano un ponte
per il suicida d'acqua, quando
si stringono le mani per acchiappare
il collo di un naufrago spaurito,
quando un nemico ignaro lasciano
passare invece di colpirlo, quando
si gettano a mani nude per tirar via
fratelli irriconoscibili dalle macerie.

*


Ho ascoltato i più diversi racconti
di persone diverse che mi parlavano
del loro dio. Ma il mio dov'era
mi chiedevo contento del loro.

*


altissima la cattedrale di strasburgo
malizioso gioco stupendo tra abati e geometri
per stupire e far sentire maggiorenti e ignoranti
niente di fronte alla metafora loro.
Un trucco come i grattacieli, solo un trucco di potere
questa splendida cattedrale che ho fotografato in millepose,
ma preferisco sant'Antimo d'alabastro andante tra verde e vento.

*


Abbiamo pieni gli occhi di sofferenze
di nero di poltiglie di sangue
di macchinazioni di ruberie di menzogne
per cui qualche stupido ha detto che
abbiamo bisogno di matrimoni principeschi.
Risvegliamo questi imbecilli che posano
gli occhi sempre per terra e non guardano
il cielo la luna le stelle le galassie e
non si domandano mai se statue dipinti
architetture musiche e bontà hanno validità
se non accompagnate dal rispetto del divino
qualunque nome li si attribuisca.
Svegliamoci alla bellezza e all'armonia
di Licini e de Stael, che stordiscano
i nostri occhi e danzino tra le sinapsi,
che espandano la loro fede nell'artepoesia,
senza più perderci nell'autodistruzione di un
narcisismo banale e nel desiderio del potere
che annacqua ogni gesto, imputridisce l'opera
che non pensiamo più soggettivo fantasma.

*


confessione e paura

Da quando entro in aula o
in luogo altro per dialogare
d'artepoesia o per discutere
le inascoltate ipotesi su
Nietzsche e Duchamp o
per avvicinarmi a Auden,
spero e chiedo che qualcuno
accompagni il mio discorso e
solo non mi lasci col sapere.

*

 

 

siamo come i fiori
che brillano d'oro
attendendo l'ape loro

*


quell'attore aveva sempre
ruoli impropri. Si ribellò e
il famoso regista lo sostituì

*


Anche sulle zanzare
non possiamo più
esercitare cattiveria,
superati dall'aggeggio
elettronico e silenzioso
che le fulmina a norma.

*


compriamo i vasetti
dai fiori più belli
trascurando le radici

*


appiccicati al quotidiano
perdiamo
il murmure dell'eterno

*


il mio consulente sta in cielo
disse, ragione di licenziamento
che aprì un profondo respiro

*


Forse eroi coloro che si uccisero
eroe forse chi resiste sino alla fine,
certo che dovremmo parlare a pochi
che parlano a pochi con parole semplici.
Ciascuno a suo modo, ma tutti tentiamo
di ridurre in parole gli oggetti, di congiungere
il mondo agli atti della mente. Saccenti e umili
stiamo nel limite, lo varchiamo, paurosi e nella paura
coraggiosi, fermi sempre all'analogia.

*


Non è gentile parlare dei morti
lasciate in pace la loro dignità qualunque sia,
ricordate quello che dissero se hanno detto
quello che dipinsero se hanno dipinto
quello che scrissero se hanno scritto
perchè quel che fecero anche se odioso
è il meglio che essi hanno potuto dare.

*


a Lucilla, nome di fantasia

Lucilla si diverte
si sente bella e capace
gode dell'amore che soddisfa.
Capiamo presto che Lucilla
non è persa, e se così non fosse
che cosa dire di Lucilla, noi delusi.

*


di fronte ad un'opera di Martino Oberto

Non fu francescano costruttore di mappamondi da due tonnellate, non servì principi e re, neppure assessori e banche, ma li usava per armare le sue flotte per salpare da Pegli sui mari di Islanda e oltre gli oceani. Passò al contrario della filosofia, al pensiero spensante più forte del pensiero debole, sempre correndo con la forbita mano che ora segnava parole asemantiche, ora ghirigori di libertà che sapeva ironizzare sino al raddoppio dei baffi e alla loro cancellazione. Belle le amicizie con uomini di cultura, ed anche con chi
disprezzava intimamente liberale, assieme con le sue donne le sue automobili che correvano più di Cendrars sulle salite del Tour de France, avvicinandosi a pochi metri da Carpentras.
Correre e segnare, nella lenta calma di un progetto di cui sapeva il valore, l'ansia chetata nella deposizione testuale e nella memoria culturale, la sola compagna di chi crede nel fare artistico, secondo il segnale di Marcel.

*


Muoriamo perché non sappiamo più niente
avendo voluto sapere tutto e subito,
ma in noi il germe dell'eternità resiste
e vi saremo quando non più presuntuosi
riconquisteremo la divina amicizia
immortali come volle in principio il creante.

*

Guardo in su
vedo le stelle
e sorrido
del loro trucco.

*

senza refrain per Amy Winehouse

Tu sei vino e casa
reggi muro e vigna
avessi amato oltre
quel brivido canto
strappo troppo bello
per nome fatale.

*

 

 

 


Una farfalla vola
tra i variopinti verdi
e fiori.
Ora sono bianche
nuvole divertite
del piccolo eden.

 

 

 

 continuando guerra

 

 

Il peso dei sogni

lo sterminio del sangue

schiacciano le dolci notti

del giovane Alessandro

che domina i regni

e il mondo ignoto.

 

 

 

Stanno i passeri

immobili

guardando tetti e umani.

Al tocco delle sei

volan via

in coro.

Sul filo del telefono

immobili

ora sono, e perché?

 

 

Tempo di rosa

Muta bocciolo in fiore

Rosa del tempo

 

 

 

Non coprite il volto

dei morti

lasciate vedere il viso

dei morti,

ricordo delle loro azioni,

non nascondeteli da pietosi vigliacchi

che non hanno vergogna vissuti

di animo e spirito libero.

 

 

Ci lamentiamo per il silenzio

ancora che indubbia. Vorremmo

sentire e udiamo parole di amici

da un dentro che non spaura,

compagni nell'ultimo albergo

del dicente.

 

 

 

 

 

*

 

 

La matematica è una scienza nella quale non si sa di che cosa si parli e non si sa se
quello che si dice sia vero.

Russell

Quasi sempre ho creduto - e continuo ancora a crederlo - che scrivere prosa sia di
pessimo gusto.

Bolano

 

 

 

 

 

SDG
Azioni sul documento