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La Glaneuse dello spigolo

V.S. Gaudio

La Glaneuse dello spigolo


1.L’istantaneità artificiale dello spigolo del crepuscolo mattutino: il pittorico e il fantasma proibito

 

La “spigolatrice” dello spigolo, essendo la glaneuse della “spinatura”, è quella che non può essere rappresentata, figura proibita nel sociale che attiene al pittore si sospende nel tempo come fantasma irreprimibile che, guardato da ogni osservatore, sarà sempre riconosciuto in quanto tale, figura della proibizione, fantasma irreprimibile del pittore, che, solo nell’Heimlich della sua forma soggettiva, può farsi glaneuse totalmente concessa al Bonheur.

Se la spigolatrice dello spigolo fosse nella posizione che attiene alle spigolatrici, cioè realizzasse l’arco delle altre due in scena, ogni osservatore l’avrebbe potuta guardare e riconoscerla, riconoscere la figura proibita del sociale del pittore, facendo del godimento del pittore il possibile Bonheur dell’osservatore.

Il pittore mette nello spigolo ciò che desidera, il suo fantasma proibito, che, badate, potrebbe essere connesso temporalmente ad un’altra fase della biografia del pittore che non sia quella relativa alla composizione della tela, non va raffigurato che in quanto posizione del desiderio; piegata la spigolatrice, nella posizione della spigolatrice, avrebbe condiviso con ogni osservatore ciò che lei gode per sé, avremmo visto tutti l’immane pondus nello spigolo e tutti avremmo strappato o, meglio, alleggerito il peso dell’Heimlich del desiderio.

Quadro del desiderio del pittore, in cui raffigura, rende evidente lo spigolo del suo fantasma, indicandolo nel ruolo della spigolatrice segreta, la sua spigolatura fantasmatica: è lei, che si piega al mio desiderio, è la spigolatrice che spigola il mio fantasma. Vedete? Si sta flettendo ma non per te che osservi, per me che l’ho dipinta nello spigolo del mio désir, anzi si è messa là per farmi il Bonheur, perché è la figura proibita del mio desiderio.

Fosse stato per voi,anche lei sarebbe stata raffigurata in linea con le altre due, effettive, spigolatrici nel campo.

La figura proibita non è mai in linea con l’ovvietà della scena, altrimenti non potrebbe ingenerare alcun senso ottuso.

Il suo farsi glaneuse è solo per chi l’ha fatta glaneuse, nello spigolo-arcareccio somatico della linea di colmo, arêtier che arrestando sospendendolo il desiderio dell’osservatore è l’arête, il crinale, su cui riverbera il bagliore dell’istinto della figura che, colto di sorpresa, illumina il segreto, l’Heimlich, il fantasma nascosto del pittore.

La posizione atavica del crepuscolo mattutino goduta nella piena potenza del sole sul crinale, l’arête, lo spigolo sud-est-sud, la cuspide antecedente il meridiano.

Il pittorico, come il fotografico inteso da Jean Baudrillard[i], è in questa figura che è violata. Rivelata suo malgrado in ciò che non avrebbe mai dovuto essere rappresentato, non perché lei non abbia coscienza di se stessa ma perché lei è la figura proibita -che non si fa personaggio per il titolo della scena- che si fa desiderio svelato.

Come l’obiettivo nella fotografia che rende conto dello stato del mondo in nostra assenza, così il pittorico esplora questa assenza, ha questa “allegria oggettiva”, direi piuttosto questo Bonheur oggettivo, perché è tutto attuato, circoscritto, dal trasporto oggettivo dell’immagine, della scena, al vertice dell’ora antimeridiana, in un campo, ma avrebbe potuto essere benissimo in un deserto, in una città, in qualcosa di concluso.

Se una cosa vuole essere pitturata o fotografata- come dice Baudrillard- “è perché appunto non intende consegnare il suo senso, non vuole riflettersi. Il fatto è che vuole essere colta direttamente, violentata lì per lì, illuminata nel dettaglio, nella sua qualità frattale”[ii].

Occorre che un’immagine goda della propria assenza, questa qualità di un universo da cui il soggetto si è ritirato, oppure si è spostato, non vuole sparire ma vuole spigolare, significandovi come interruzione della trama dei dettagli dell’oggetto, delle linee, della luce, entra in una sorta di istantaneità artificiale, che, spostando l’ovvio del mondo o della scena, ingrossa l’intensità dello spigolo con il suo silenzio, con la sua immobilità.

“Ciò di cui sognano le cose, ciò di cui noi sogniamo”, ciò di cui sogna la figura nello spigolo, ciò di cui sogna il pittore, “non è il movimento, ma questa intensa immobilità”[iii].

La forza dell’immagine immobile è che la scena, vista da una prospettiva d’insieme, dal lato del senso, è ben ovvia se non deludente; vista nel dettaglio, nella vertigine del dettaglio perpetuo della figura, colta di sorpresa, è sempre di un’evidenza perfetta, all’irredentismo dell’oggetto- che è la figura nello spigolo- corrisponde l’irredentismo della libido del soggetto- che è il pittore e poi l’osservatore che guarda da sotto il crinale dello spigolo del crepuscolo mattutino.

 

 

 

2. La visione stereografica dell’analemma

 

L’apice, lo spigolo del culo della spigolatrice, un po’ sotto il nodo del grembiule-tasca, è proprio alla metà esatta dell’altezza del quadro, a 41.7 cm e nello spigolo più prossimo all’osservatore, essendo la linea della natica destra a soli 14 cm e 23 dal bordo, dal lato destro, del quadro, ovvero a 96.76 cm dal bordo sinistro[iv].

Il desiderio del pittore, quando la vede piegata a fare la spigolatrice, ha il culo, l’immane deretano, messo di sbieco, esattamente a metà del quadro, come se fosse proprio all’altezza dello sguardo dell’osservatore, orizzontale in quella visione che se viene usata dai cartografi è detta “stereografica”.

Questa esattezza della figura rinvia all’analemma, il diagramma delle tre variabili, tra mezzogiorno vero e medio e meridiano centrale, che, nel caso della scena rappresentata, in virtù del tema e delle ombre e del luogo di riferimento di Millet[v], potrebbe essere quello del 16-21 giugno in cui il mezzogiorno coincide con quello vero, uno dei 4 punti temporali in cui c’è l’equazione del tempo.

L’equazione del tempo e l’equazione della posizione del corpo che spigola, azzeramento in cui la declinazione solare toccando i 23°27’ N nel solstizio estivo celebra l’equazione assoluta del culo della spigolatrice, senza dimenticare che la ragione fisiologica del ciclo fisico del bioritmo che essendo a 23 pone, in ragione del giorno-apice o spigolo, la pulsione libidica più potente o la più spigolosa e la culminazione più Heimlich o spigolatura-Heimlich del podice.

L’analemma figurativo, diciamo l’analemma pittorico, è dunque questo spigolo somatico e libidico che è, appunto, riassunto dalla Glaneuse-H: che è, appunto, l’analemma del desiderio del pittore, equazione assoluta dell’irredentismo della figura, la glaneuse, e dell’irredentismo del soggetto, il pittore e l’osservatore.

 

 

2.1. L’analemma figurativo: ciò che ti guarda là da dove ti vede

 

L’analemma figurativo è questa sorta di punctum che in un quadro o in una scena, in una foto, in un fotogramma, può essere anche un personaggio che, in posizione, con una determinata situazione prossemica, “angolarizza”, “riassume” il senso, lo condensa rendendolo ottuso, punctum segreto percettibile:

così, nell’Angelus[vi], la sinestesia udito-vista si fa, con quella determinata morfologia del personaggio femminile in quella determinata posizione,analemma figurativo, come, ne Les Glaneuses, è la posizione angolare, nello spigolo, della Glaneuse che si fa analemma figurativo.

E’ questo l’analemma figurativo, questo “attrattore” ottuso, che è in situazione, è percettibile, può essere visto o sentito attraverso ciò che è fatto per essere visto:

la Glaneuse-H, se vedete bene, controlla la situazione prossemica, per decidere quando piegarsi, sta verificando la posizione dell’occhio che la sta guardando(il pittore, l’osservatore) e, una volta definitala nella sua precisione angolare, lei, guardate il piede sinistro, che è quello che punta avanti e non il destro come fanno le altre due glaneuses già in posizione, sospensione che sarà “chiusa”, infine, con la posizione da attuare:lei sta guardando, sta verificando da dove il pittore la guarda; fatta la verifica, deciderà in che posizione mettersi a raccattare qualche spiga, che la farà mettere in quella posa, e non quell’altra, che la farebbe mettere in una posa con cui, da cui, domandare uno sguardo, “quel che c’è di radicalmente insoddisfatto e di sempre mancato”(è che) lui non la potrebbe guardare mai là da dove lei lo vede:

l’analemma figurativo è questo: nell’attimo della sospensione obliqua, ciò che ti guarda

è là da dove ti vede e, inversamente, ciò che guardo-dice il pittore- è ciò che vuole vedermi, ma lo dice anche la Glaneuse-H, in questo momento in cui prende al laccio il desiderio del pittore, è questo che dice: Vuoi vedermi da dove ti guardo? Ebbene, guarda, è questo!

Dà, lei è l’analemma, qualcosa in pasto all’occhio, nella geometria del contesto nella prossemica della scena che la definisce, ma invita colui a cui il quadro è presentato a deporre là il suo sguardo:

l’analemma figurativo è l’effetto pacificato della pittura, un effetto parzialmente gratificante; viene dato qualcosa non tanto allo sguardo quanto all’occhio, qualcosa che comporti abbandono, deposito, dello sguardo.

L’analemma è come l’oggetto flottante magico, solo che è una misura esponenziale, una equazione figurativa(corpo, parte del corpo, presenza del corpo, sospensione del corpo), è questo, da dove ti guardo, ed è questo il luogo del desiderio che è colto al laccio, ed è là da dove ti vede, l’analemma irradia il fantasma fallico ed è là da dove vede il desiderio che guarda e che per essere così angolare o così sfavillante è perché, essendo riempito del fantasma fallico, trabocca, sta traboccando, o si fa equazione esponenziale.

E’ questo, il mio podice mesomorfo fonte zampillante dei riflessi del fantasma fallico, che è lì nel punto dell’analemma, che può essere visivo perché è raffigurabile o uditivo o tattile perché è percettibile per ciò che viene inscenato nell’Heimlich della rappresentazione, irradiazione, sfavillio, fuoco, attrattore strano, cuspide della luce che si rifrange, si diffonde, irruma, riempie, trabocca, si fa equazione esponenziale.

 

2.2.L’equazione esponenziale della figura

 

L’analemma è una sorta di equazione esponenziale di una figura che, essendo personaggio in una scena della cui ovvietà c’è il paradigma dell’Heimlich, sintagmatizza l’ottusità dell’Heimlich, scrive, rende come forma dell’espressione il segreto, l’ottusità, del desiderio, del desiderio Heimlich, segreto perché socioeconomicamente o contestualmente proibito, impossibile.

L’analemma figurativo ha sempre una ragione temporale, questa equazione esponenziale della figura ha una geometria, una prossemica correlabile con cuspidi temporali:

nel caso dell’Angelus, l’analemma è nella forma del contenuto del quadro: l’Angelus del vespro, appunto; l’equazione esponenziale della figura è l’esatta vivificazione temporale del crepuscolo, c’è tra l’Angelus e la libido della figura un’equazione esponenziale talmente densa da commutare l’Heimlich in Unheimlich.

Nel caso de Les Glaneuses, l’analemma è nella posizione, nella prossemica, della figura nello spigolo: l’equazione esponenziale della figura è l’esatta contingenza temporale del momento naturale designato dal titolo, si può virtualmente stabilire, per questa significanza voluttuosa dell’analemma, il giorno in cui potenzialmente la libido del pittore si dà il bonheur desiderato; l’Heimlich, qui, rende esponenziale l’equazione tra il tempo, il giorno, della spigolatura, e il tempo del bonheur che la figura fa collimare per il pittore  e , in proiezione, per l’osservatore.

Lo sguardo originario ha sempre un’equazione temporale che fa dell’analemma il significante ottuso: sospensione temporale della libido che dallo sguardo del pittore tende l’eretismo perpetuo della sua libido fino all’incontro, l’interazione, con l’eretismo perpetuo della libido di un altro visionatore. Con cui condividere l’analemma della sua libido: l’oggetto del bonheur, o la situazione, la prossemica del bonheur.

L’equazione esponenziale, che è della figura vettore dell’analemma, connette così nel tempo l’analemma figurativo del pittore, l’angolo ottuso della sua libido, con l’analemma fantasmatico del visionatore, che in quell’analemma riconosce il suo fantasma esponenziale. Che, perciò, è soggetto a una crescita o diminuzione percentualmente costante nel tempo e nel visionatore, ovvero nel tempo del visionatore.

 

2.3. L’altezza del sole e l’angolo ottuso della Glaneuse: lo spigolo preposizionale della presa

 

L’analemma, che è questa equazione tra il sole in posizione di spigolo e la donna in posa di spigolo, potrebbe avere come momento H , il momento in cui l’heur, l’heurt e l’heure collimano, l’altezza del sole tra il 16 e il 18 giugno virtualmente rapportata al 1857 cioè quando si ebbe l’analemma astronomico, cioè l’equazione tra mezzogiorno vero e medio, ovvero quando la declinazione solare tocca l’apice nord del 23°27’ che, addizionata alla latitudine del luogo di riferimento di Millet, siamo attorno  ai 49°30’ N, darebbe il valore di 72°57’ che, sottratto a 180°, corrisponde a 107°03’ che, non ci crederete, è il grado in cui il pittore ha il Nodo Lunare, ed è il grado che in questo ipotetico 16 giugno nell’arco solare presupposto per la messa in scena di cui al quadro corrisponderebbe alla cuspide, quindi allo spigolo, della casa XII , lo spigolo Heimlich in assoluto!

Se ci rifacciamo allo schema temporale riguardante la scena del quadro, dall’altro lato, tra ovest e nord, è la cuspide che fa ottuso l’angolo della donna in posa, quei 17 gradi in più rispetto alla posizione effettiva della spigolatrice che fa sempre i 90° rispetto al suolo con la retta che parte dall’apice delle natiche.

Quindi, l’analemma figurativo de Les Glaneuses è il momento H , il momento Heimlich, l’angolo ottuso del turbamento, altezza del sole nel giorno in cui si virtualizza la scena e cuspide, spigolo, del cielo che designa il grado Heimlich; l’equazione esponenziale, infine, diventa assoluta rilevando che l’asse del Nodo Lunare del pittore ha lo stesso identico valore in gradi.

D’altronde, analemma, che contiene, in greco: 1) la preposizione propria ana che ha come significato “sopra,su”(luogo), “contro, per, durante”(tempo),”con, a”(modo),”a”(distributivo); 2) il sostantivo lemma che ha come significato “presa”, nelle varie accezioni di “proposizione”,”teorema”,voce raccolta e spigolatrice in un vocabolario “esponente”, trova nella nostra concettualizzazione di “analemma figurativo” proprio questa accezione etimologica: “presa sopra”, oppure “presa durante”, “presa per”, “presa con”, cioè una tematizzazione che prende sopra, durante, per, con, a, con questa sorta di equazione esponenziale di una proposizione assunta senza dimostrazione, presa ottusamente Unheimlich.

 

3. Il crepuscolarismo atavico di Dalì e l’ottusità glaneuse

 

La posizione di glaneuse che la donna  dell’Angelus ha in sé e quindi dall’immobilità del momento sta preparandosi come glaneuse(ha il fantasma da spigolatrice) nel quadro che anticipa di un anno l’Angelus (1858-59) la posizione fantasmata è in situazione.

Dalle ombre, si può arguire che l’ora sia antimeridiana tra le 10 e le 11; che le due donne piegate a glaneuse siano disposte in direzione sud e abbiano perciò il podice  verso nord; che, pertanto, il vero punctum-Heimlich, o il personaggio-Heimlich, sia la donna che si sta piegando per farsi glaneuse e che colta di sorpresa, nel dettaglio del movimento, sia tutta sospesa nell’angolo ottuso che l’asse testa-podice forma con l’asse podice-piedi; che le glaneuses piegate verso sud diano il podice a nord e che il personaggio-Heimlich, diciamo la glaneuse-Heimlich, quando attuerà la posizione di spigolatrice metterà in atto, per l’occhio che guarda o che la sta fantasmando, la visione spigolata del podice, che, se ben guardate, è verso est e l’uomo che la guarda, il pittore e l’osservatore, la sta vedendo frontalmente di spigolo come se fosse a sud-sud-est.

Cioè è questo l’angolo-spigolatura, in cui, quando dall’angolo ottuso lei per fare l’angolo acuto della posizione spigolatrice, non potrà che offrire all’occhio-desiderio l’immane podice della spigolatura che, badate, si sta preparando il podice è tutto nello spigolo destro inferiore del quadro, e se si guarda bene il viso della donna vi si leggerà questa ottusità glaneuse, teso momento che sospende la posizione glaneuse, che è quella che Salvador Dalì chiama del “crepuscolarismo atavico”[vii], solo che qui avviene prima del demone meridiano e tutta per colmare il desiderio dell’osservatore-pittore.

L’ottusità glaneuse corrisponde all’”esibizionismo spettrale”[viii] che Dalì vede nella donna dell’Angelus, questa irresistibile forza erotica c’è nella donna che sta per farsi glaneuse: questo stare per farsi glaneuse è tutto sospeso nella faccia di spigolo della donna, in cui c’è lo spigolo, terribile, perché si leva come il sole, della voglia, lo spigolo del conno, ovvero la spinatura, lo spigolamento, del conno.

Insomma, sembra che la donna-spigolo si sia messa nella posizione in cui può essere guardata, sta per colmare la misura dello spigolo, momento H in cui l’heur, l’heurt e l’heure nella posa glaneuse colpiranno il désir per colmare di bonheur il pittore-osservatore-fantasmatore.

 

3.1. La Glaneuse e la libido crepuscolare del mattino vs l’ Angelus e la libido crepuscolare vespertina

 

La glaneuse dello spinatura, ovvero dello spigolo, sta misurando i tempi e valutando la  situazione dello spigolo: se guardi, oppure quando fissi lo sguardo, io mi piego, raccolgo la spiga, mi faccio spigolatrice, mi ti faccio vedere in posizione di glaneuse.

E’ per questo che l’heurt, l’urto, funziona a meraviglia: lei è lo spigolo della scena ed è lo spigolo delle spigolatrici in scena con il podice a nord, lei il podice, per farsi H, heurt nell’heure du Bonheur, lo tiene di spigolo verso est nella direzione o nello spazio del crepuscolo al mattino.

La glaneuse è allora l’eretismo della libido,lo spigolo crepuscolare del mattino; la donna dell’Angelus è l’eretismo della libido al crepuscolo vespertino.

Insomma, la glaneuse du désir ha questo spigolo crepuscolare della figura anche se le glanement avviene con il sole che sta per entrare nell’ultimo arco del meridiano. Il sole sta per entrare nell’ultino arco prima di mezzogiorno e il personaggio femminile sta per farsi glaneuse: il sole in posizione di spigolo e la donna in posa di spigolo.

Lo spigolo, d’un solido, è l’arête che, geograficamente, è la cresta, il crinale e l’arêtier è l’arcareccio a cavaliere della linea di colmo: il culmine o il grado massimo dell’eretismo della libido nel visionatore è ottenibile con la spigolatura, la glaneuse del desiderio è questa convergenza di spigoli, tra luce, territorio, corpi.

Il culmine della glaneuse è questa sospensione della spigolatura, tra la luce sospesa del sole che sta per entrare nell’arco del meridiano della longitudine del luogo e la posizione del corpo-Heimlich che sta per farsi glaneuse.

L’arête de la glaneuse e l’arêtier de sa glanure : un geometrico Heimlich fattosi corpo, spigolo della voglia atavica crepuscolare : angelus libidinis sublucana.

Il sole, che non è antimeridiano, dà luce al viso della glaneuse-H, cioè è lei che dà il viso al sole sempre in uno spigolo che comprende, da una parte, la parte di cielo dov’è adesso il sole e,dall’altra, la parte di cielo dove il sole si era levato. C’è sempre questo bagliore che viene colto di sorpresa nel personaggio, è il bagliore dell’istinto: il sole illumina l’istinto, fa luce su quello che la glaneuse ha in animo di fare, farsi fare glaneuse.

 

4. L’angolo dell’occhio di Giasone

 

La posizione della Glaneuse-H, che è da fissare nel momento-H dell’analemma figurativo, allude, non ci sono dubbi, al demone meridiano, come se questo avesse scelto la glaneuse giusta, che, nel tempo giusto, sta mettendosi in posa, là, da dove il pittore, l’osservatore, è in posizione per mirarne, a levante, il quadrante solare che, ottuso sull’orizzonte, sarà colto proprio in questo spigolo per fissarsi, per essere fissato, come fantasma irreprimibile.

L’ostensione da étalage, lo sfoggiamento del quadrante solare che, di lì a poco, mettendosi la Glaneuse-H sull’asse visivo dell’osservatore, ammetterà ogni abbandono perché farà culminare la giustificazione dell’esigenza incoercibile d’una pienezza(nel giorno virtuale svelato in cui Giove e Plutone culminano al Meridiano del luogo), la illustrazione dell’esigenza incoercibile d’una pienezza, l’esaltazione dell’esigenza incoercibile d’una pienezza, ostensione che, l’abbiamo detto, il pittore tiene per sé, tanto è proibitiva, étalage che gli ha dato il bonheur e che, per questo, la Glaneuse-H è divenuto il fantasma irreprimibile del suo bonheur.

Il paradigma dello spigolo è questo quadrante solare che è il podice sfoggiato nell’angolo della spigolatura, badate non è come il paradigma del podice sfoggiato nell’angolo della Canicola che, per questo, ha i 100° dell’angolo della Cagna[ix], il paradigma dello spigolo ha i 107° dell’angolo della spigolatrice rispetto alla prospettiva dell’osservatore ortogonale al cadran solaire.

 

 

Demone Meridiano

Spigolatrice

Denominazione della Posizione

 

ANGOLO

Altezza del Sole sull’

Orizzonte 107°

107°

Angolo della Glaneuse-H

OCCHIO PITTORE

Giasone che con questo angolo della Glaneuse preserva la vista,conserva il Bonheur dell’Heimlich

Prospettiva di spigolatura rispetto all’ortogonalità

Dipingere

 

 

Giasone e Prospettiva

Azione virtuale

 

 

 

 

 

 

5. Sta per fare la Glaneuse nel département de la  Base-Normandie

 

Facendo codificare a Eric Berne lo spigolamento del cadran solaire come gioco nell’ambito dei Sexual-games e, quindi, nella famiglia del “Rapo”, come d’altronde è giusto che sia, trattandosi del “Demone meridiano” che stimola la Glaneuse a molestare Giasone-Millet nel campo, avremo più o meno questo testo:

 

Analisi del glanage nel Département de la Base-Normandie[x]

 

Tesi

Si gioca tra uomo e donna e si può anche chiamare “Le Juste Milieu étalé”, “Le Département de la Basse Normandie”[xi], oppure “Le cul glaneur”, “Lo spigolo del culo”, “Le Bonheur du Cotentin”.

Si gioca con intensità massima.

E’ sempre di primo grado:la Glaneuse è nel campo per dare il “contentino”, per far vedere il quadrante di spigolo prima di prendere in mano la spica.

Se non avviene la celebrazione dello scopo della Glaneuse, questa si gode l’effetto fantasmando la scena e commutando l’astensione di Giasone in spigolamento effettivo con vari gradi espressivi e intensivi.

Il gioco è bagnato:il pittore bagna la tela per dipingere le spigolatrici; la glaneuse bagna la cunetta dell’horloge, posizionato verso il nord.

Antitesi

La capacità di non farsi coinvolgere nel gioco è solo di chi guarda in superficie, non vede che c’è dietro l’ombra di San Garta[xii], ma anche così il gioco va avanti. Difatti, la Glaneuse, che è maestra nel porsi, è la Néné qui se niche, esercita un controllo da cui si diletta inondandosi per tutta la durata dello sfoggio connesso alla spigolatura.

Scopo

1)Far raggiungere l’altezza massima al pittore-osservatore

2)Colmare la spigolatura: cioè riempire il grembiule-paniere di spighe, colmare il proprio paniere in grembo di spighe annullando la spigolatura.

Parti

Glaneuses

Glaneuse-H

Pittore-Giasone

Dinamica

Il gioco è fallico, per la sua verticalità e per la spigolarità; ma ha forti elementi uretrali, per via della durata della spigolatura, che è tutta incentrata sulla scopofilìa e sull’azione normale delle glaneuses(raccogliere spighe). La Glaneuse-H ha investito l’esibizione con forti elementi sado-orali.

Paradigma sociale:Adulta/Adulto

Adulta: “Per far sì che tu possa ultimare il tuo quadro delle Spigolatrici qui nel Cotentin, goditi lo spigolamento di una Spigolatrice”.

Adulto:” ‘Sta Spigolatrice vuole sfoggiare il quadrante solare come se fosse mezzogiorno, ma se il sole passa al meridiano e illumina ortogonale il suo quadrante solare mi becco una spiga negli occhi”.

Paradigma psicologico: Bambina/Bambino

Bambina: “Vedi,non puoi resistermi”, oppure: “Tu dipingi le Glaneuses; io sono la vera Glaneuse”.

Bambino:”Io sto dipingendo le Glaneuses”.

Mosse

1)Femmina: seduzione; Maschio:indifferenza momentanea.

2)Femmina:godimento momentaneo; Maschio:godimento momentaneo?

3)Femmina:dubbio, mi porto verso il centro del campo, rendo lo spigolo meno ottuso? Maschio:dubbio, ho evitato una spigolatura visiva, ma pensa che quadrante solare ha questa al meridiano, col podice ortogonale al mio sguardo avrei potuto titolare il dipinto ancora “Les Glaneuses”?

Vantaggi

1)Psicologico interno:Per ora mi godo questo sfoggiamento obliquo, anche se avrei preferito l’ortogonalità del Bonheur.

2)Psicologico esterno:evita lo svelamento dell’Heimlich.

3)Sociale interno:”Te l’ho fatta vedere io la Glaneuse!”

4)Sociale esterno:”Chi può dire che cosa sia successo?”

5)Biologico:scambi sessuali culminanti, forti,antimeridiani, nello spigolo dell’Heimlich.

6)Esistenziale:”Ho fatto la Glaneuse e adesso spigolo altrove”,oppure:”Ho fatto la Glaneuse con tale spigolo solo perché il tema era la spigolatura”.

La Maglietta[xiii]

La maglietta della Glaneuse-H avrebbe come scritta: “Il paniere in grembo è per le spighe che io, moderna glaneuse, raccatto”(davanti); “Non essendo il paniere per le spighe,scioglimi il nodo del grembiule e metti la tua spiga nel paniere della spigolatrice”(dietro).

 



[i] Cfr. Jean Baudrillard, L’esotismo radicale, in: Id., La trasparenza del Male, trad. it. Sugarcoedizioni, Milano, 1991, pag. 165.

[ii] Ibidem, pag. 167.

[iii]Cfr. Ibidem, pag. 168.

[iv] Si tratta del quadro di Jean-François Millet, Les Glaneuses, 1857, olio su tela, cm 83.5 x 111, Paris Musée d’Orsay.

[v] Tra Cotentin, nel dipartimento della Manche, e  Basse-Normandie, dove Jean-François Millet (Gruchy 1814-Barbizon 1875) era nato figlio di contadini benestanti.

[vi] L’Angelus di J.- F. Millet, 1858-59, olio su tela, Paris Musée d’Orsay.

[vii] Cfr. Salvador Dalì, Le Mythe Tragique de l’Angélus de Millet, Societé nouvelle des éditions Pauvert, Paris 1978, trad. it., Abscondita, Milano 2000.

[viii] Cfr. Ibidem.

[ix] L’angolo della Cagna o della Mula (100° sull’orto) ha come demone meridiano Marte che è 100° alto sull’orizzonte; nella prospettiva ortogonale al cadran solaire Giasone è accovacciato: cfr. V.S. Gaudio, La Mula al Meridiano, ©2000. Lo “stato psicologico di plasticità” che renda l’organicità espressiva è quello dello stato in cui abitualmente agisce il tipo sentimentale meccanizzato, che, oscillando tra EnAS e nEnAS, cioè tra sentimento e apatia, orienta “gli impulsi volitivi verso il baricentro” disimpegnando “le zone periferiche in cui l’espressione si rende manifesta” (cfr. Franco Ruffini, Teatro e Boxe, il Mulino, Bologna  1994, pag. 101): l’ assolutezza anonima della sfoggiata, che, nella Mula, si legge anche nello schema ortogonale del cielo del mezzogiorno demonico, in cui la libido della Sirena o della Mula è irripetibile e improrogabile, sembra che avvenga quando all’orizzonte si leva il punto ovest (il culo) della Mula. Di pari passo, il tipo sentimentale meccanizzato che trova connessioni virtuali con la glaneuse è sempre rappresentato da una modella web che, in una posa fotografica, si piega  nella posizione della Mula per leggere una lapide in cui è leggibile il nome “Mildred”,che, avendo come diminutivo “Milli”, connette e realizza un secolo e mezzo dopo l’assolutezza anonima della Glaneuse-H di Millet per il semplice fatto di un’assonanza evocativa, da Millet, che è “miglio” sia in francese che in inglese, a “mill”, che è mulino, fino a “to mill”, macinare, fresare, zigrinare, tanto che l’atavismo crepuscolare di Millet, di cui magistralmente intuiva tutto Dalì negli anni trenta, passa a colorare la sua Glaneuse-H come la fresatrice, la macinatrice, la La Glaneuse dello spigolo 01sottoposta a macinamento?

 

 

La Glaneuse dello spigolo 02 [Se si rapporta sull’Ebertin anche il Sole di Millet, 10° , verso il punto centrale si può notare l’essenzialità dell’angolo di posizione delle due glaneuses, mentre la Glaneuse-H fa proprio spigolo con il grado ,67, della Luna di Millet; in questo grafico, viene indicata  anche la linea riferita all’altezza del Sole,107°, ovvero 17° sull’Ebertin]

[x] Vedi nota successiva.

[xi] Invece che de “la Basse-Normandie” si potrebbe dire de “la Base [=deretano, in argot: cfr.”le Département du Bas-Rhin”]-Nomandie”?

[xii] Tra l’ombra di San Garta [che rende “invisibile uno dei più grandi poeti del romanzo di tutti i tempi” così rende invisibile il desiderio insaziabile della Glaneuse-H e non permette all’osservatore di afferrare al momento la bellezza inebriante e oscena dell’estraneità perché l’ombra dell’Heimlich- sia con le pervadenze dell’affettivo che per altri dettami socioeconomici del destino dell’attante-castra l’immagine, non ne permette l’appercezione della sua densità: cfr. Milan Kundera, L’ombra castratrice di San Garta, (trad. it. in Id. I testamenti traditi, Adelphi, Milano, 1994, pagg. 45-60) in cui viene smantellata la kafkalogia brodiana ] e Giasone c’è questa coordinata del Dasein che, per la pesantezza o l’ostruzione dell’Heimlich, non fa che fare del”triangolo sessuale” della scena ad alta densità il “triangolo fantasmatico” di altre scene ad alta intensità.

[xiii] “La maglietta […] mostra, a un occhio esperto, il passatempo, gioco o sentimento preferiti dal paziente; mostra anche il suo soprannome, cosa fa nella stanza davanti e n quella dietro, in quale mondo mentale vive, che tipo di conclusione richiede il suo copione e a volte mostra anche il suo orifizio critico, il suo eroe e il suo totem”: Eric Berne, What do you say after you say hello?, trad. it. “Ciao!”…e poi?,  Bompiani, Milano, 1994, pagg. 154-155.

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