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L'opera di Dante Maffei nel tempo non simbolico

Ettore Bonessio di Terzet

Lucidissime casseforti, smaglianti pareti riflettenti se non se stessi, avidità  dell'immagine, politezza che indica una maliziosa colpa senza il senso di essa, ignoranza del vissuto, del trascorrere del tempo nel Tempo che neppure si sa che esistono se non vecchia reminiscenza scolastica, superata dall'iperattivismo del consumo e del prodotto, ciclo vitalissimo di morte, rotondità imperfetta di una vita che si mangia e che determina la morte di sé e dell'altro, rotondità sghemba che nega la perfezione ed esalta la fissità - la morte -  delle cose, dei viventi soprattutto.

 

Su questo lavora Dante Maffei accettando ulissiacamente, con contromalizia, i lavori commissionati “dal contemporaneo monsignore” che dissemina di incisioni graffiate che sono parole accese, rosse, accuse, memorie, tentativi di riportare la commissione e il committente alla vita, alla naturale vita che si esprime per toni di lemmi che chiedono di essere letti, desiderano essere i primi ad essere veduti e sentiti perché sono la parte più autentica di queste operazioni di larga scala operate da Maffei.

 

Riscatto sottile, retorico d'artista che riscatta se stesso e la sua arte per non essere soffocato dal peso che pende sopra di lui per negarlo, una volta eseguito il compito, che è opera.

Riscatto e protesta sono queste lucide costruzioni che dicono, inoltre, come l'architettura in tempo di miseria artisticopoetica, sia l'attività creativa di punta, il luogo dell'inizio del necessario e doveroso “riprendersi artisticopoetico”.

Riscatto che rimane protesta per un mondo tirato tra la dimensione stabile e quella transitante, epoca di miseria artisticopoetica che dimentica Licini Melotti de Stael che rifuggono il grandioso e lo spettacolare che è solo spettacolo, intrattenimento, diletto postprandiale.

 

Ecco, di contro, le incisioni/parola di Dante Maffei: canto...più...interrogativamente...senza...tecnica...specie...next phase...perfect...theoria...

Ecco i suoi disegni, le sue intimità di foglio che meglio chiariscono questa lotta contro i dominatori del sistema dell'arte, contro l'antigusto, contro l'anticultura, l'antipensiero, tutte posizioni contro l'uomo che si può salvare, in certe occasioni, solo navigando lungo le coste, di contrabbando alla ricerca dell'oro ovvero del mito dove aiov e cronos s'incontrano ed avviene artepoesia.

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