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Guy Hetherington: l’Artepoesia trasforma il Cielo

Ettore Bonessio di Terzet

 Uova isobare piccoli esseri grigi che nuotano tranquilli nel verde chiaro a sinistra di un complesso legnoso di scie acuminate (la scia è uno dei motivi ricorrenti come il globo la luna il falcetto il rombo...), su una terra che lavora quieta. Ecco lune globi corone circolari che dici essere proprio dei segni astronomici derivanti da teorie matematiche o scoperti recentemente dal più grande telescopio del mondo: il pensiero.

Legato all’astronomia e agli amati artistipoeti, Hetherington compone quello che pensa sia la relazione riuscita tra Terra Cielo Uomo. E l’uomo mai presente nelle opere di Hetherington, è tenuto in primo piano, parte non veduta: il regista di queste trasformazioni celesti. Tutt’a un tratto le forme e le figure del Cielo sono le forme e le figure degli attrezzi usati dall’uomo con la stessa delicatezza, le stesse sfumature, gli stessi sensi addolciti dai pacati colori che contrastano con le acutezze. (un’escursione nel design?)

Che differenza tra la Mappa Boreale di Durer (1515) e la Mappa del Cielo di Hetherington, entrambe nitide ed affascinanti? Quasi nessuna per la poeticità, molto più presente in quella di Hetherington che non nel Manoscritto di Vienna del 1440.

Le Mappe del Cielo di Hetherington non sono decorazioni: l’artistapoeta non è ingenuo, sa che le malizie niciane si nascondono in alto come in basso, tuttavia non impaurano non terrorizzano perché senti che sono dominate dall’aura del bello e dell’armonia che non consentono il caos, il disordine, quindi lotte e sfracelli. La grandiosa e mansueta tecnica di Hetherington, le sue indicazioni di pensiero, l’utopico ridisegnamento dell’astronomia ci invitano alla silente contemplazione della Bellezza che “narrar non sa sol chi non la prova”.

Circonferenze spirali rombi mezzelune non sono i limiti di una poetica offerta ai nostri occhi alla nostra mente al nostro spirito, alla nostra totalità di esseri umani. L’autore, preso il suo gene anglorusso, se ne va per le tele le tavole i lini i cotoni i cartoni segnando la propria visione di mondi visibili ed invisibili, quei mondi che formano l’universo, allontanandosi dalle teorie scientifiche che da Edwin Hubble ad oggi tentano e ritentano di conoscere galassie energie forze materia nera...

Dalle caverne e forse anche prima, l’uomo ha sempre cercato di conoscere il suo habitat, di sapere dove fosse, di capire che cosa fosse il suo Heimat e quindi come comportarsi in questa terra e farne un luogo di sicurezza di gioia e di vita massimamente espressa. Ma altri uomini si preoccupano di come utilizzare per il proprio interesse e potere di dominio sugli uomini le scoperte le invenzioni, persino le teorie più assurde, sfruttando anche i miti per poter avere maggior potere.

Tralasciando e perdendo la Bellezza.

Non vedono i verdi i gialli gli ocra i celesti i rossi, i mille esseri che pullulano nelle figure di Hetherington che si relazionano nel Cielo, viventi nella mente, nel nostro interno. Sono sogni allucinazioni predizioni precisazioni intendimenti per condurre il fruitore a pensare all’Universocosmo in modo altro: poetico.

Dai Babilonesi agli Accadi, dagli Arabi a noi (e chissà quanti nomi abbiamo dimenticato per i traumi del mondo o ancora non trovati dagli archeologi) singolari persone hanno scrutato il Cielo, hanno pensato il Cielo e il Cosmo, hanno tentato di dare un ordine a quello che vedevano e quello che immaginavano. Hetherington dà il suo contributo fidandosi del Cielo e confidando in quello che la sua mente e il suo cuore (Auden) suggeriscono, con flusso continuo, alla riconosciuta mano: questi viventi volanti, questi bruchi di farfalle allegre, queste spirali di piume d’uccelli, questi ghirigori che se li guardi attentamente hanno una loro fisionomia precisa, apparentemente irrisolvibili organismi che si sciolgono in memoria di antichissimi e vicinissimi artistipoeti.

(Non certo inconsistenti e improbabili trucchi e giochetti a cui ci sta abituando la videoart e altre stucchevolezze derivate ed affini)

Una grande cosmologia pittoricopoetica, quella di Hetherington che riavvicina il Cielo alla Terra, che lega Cielo e Terra, che rende coi segnicolore questa Terra meno terribile e questo Cielo prossimo al sentimento (sentio) che vano non è esser axis mundi.

 

 

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