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DI FRONTE AD UN'OPERA DI MARTINO OBERTO

Non fu francescano costruttore di mappamondi da due tonnellate, non servì principi e re, neppure assessori e banche, ma li usava per armare le sue flotte per salpare da Pegli sui mari di Islanda e oltre gli oceani. Passò al contrario della filosofia, al pensiero spensante più forte del pensiero debole, sempre correndo con la forbita mano che ora segnava parole asemantiche, ora ghirigori di libertà che sapeva ironizzare sino al raddoppio dei baffi e alla loro cancellazione. Belle le amicizie con uomini di cultura, ed anche con chi disprezzava intimamente liberale, assieme con le sue donne le sue automobili che correvano più di Cendrars sulle salite del Tour de France, avvicinandosi a pochi metri da Carpentras.

Correre e segnare, nella lenta calma di un progetto di cui sapeva il valore, l'ansia

chetata nella deposizione testuale e nella memoria culturale, la sola compagna di chi crede nel fare artistico, secondo il segnale di Marcel.

 

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