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Attilio Lolini

V.S. Gaudio

[Dal: Fascicolo del P.M. e del Procuratore dell’Accademia per l’Assassinio come una delle Belle Arti:

 

Quadro indiziario; Motivi; Griglia di Parsons; Orientamento tecnico-strumentale del Lafcadio Incaricato,

 

in: Anonimo del Gaud, L’Assassinio dei Poeti come una delle Belle Arti, © 1999-2003]

 

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Attilio Lolini

· (Radicondoli,Si, 1937; vive a Siena) ·

Titoli: Notizie dalla necropoli, Firenze 1976; Poesie a mezz’aria, Siena 1999.

 

Il Lafcadio Incaricato si alzò di buon’ora il 17 ottobre 1999, domenica, andò all’edicola in piazza del Campo[i] e comprò il “Corriere della Sera”.

L’Accademia per l’Assassinio come una delle Belle Arti gli aveva dato l’incarico dopo che, nel 1° Test, aveva ottenuto più di 100 punti e nel 2° più di 46, forse 52: un Tipo Jekyll che, dotato di follia lucida, poteva eseguire le esecuzioni con preavviso inerenti i Poeti a struttura lirico-epifanica che complicavano, facendosi più “contestativi”, la semantica in climaterio.

Un farmacista, che, beffato dalla legge distributiva degli esercizi commerciali con clientela garantita, legge regia tenuta in vigore dalla repubblica del Gaud, aveva finito col commutare il suo narcisismo primario in bisogno di distruzione.

Aprì il giornale alla pagina “Cultura e Spettacoli” e lesse questa poesia inserita in alto a mo’ di manchette pubblicitaria:

 Limoni

 Quando arriva il mattino

 non guardarti attorno

sono giorni strani

che separano le parole

sfumano l’oro dei limoni.

 

Alzarsi non conviene

meglio starsene a letto

oppure andare a spasso

senza muovere passo.

 

ATTILIO LOLINI

 

Richiuse il giornale, lo accartocciò, ne fece una palla e la buttò con un calcio in un cestino dei rifiuti.

Ossessivamente si ripeteva: “quando arriva il mattino…

alzarsi non conviene….

non guardarti attorno…

meglio starsene a letto….

oppure andare a spasso…

senza muovere passo…”

E si fermò.

Si guardò attorno, guardò oltre la Porta Ovile[ii], si girò e ritorno in albergo.

Si fece fare una spremuta di 6 limoni, senza zucchero, e la bevve a fatica pensando che l’indomani i limoni sarebbero stati 7 in virtù della cura di 4 settimane alla quale, in andamento crescente, aveva posto il limite di 10 (limoni) per, poi, in andamento decrescente, ridiscendere fino al consumo di 1 limone al giorno per un’altra settimana.

“Si fanno infinite cose con il limone, i cui citrati di sodio e di potassio hanno un notevole potere depurativo, diminuiscono la viscosità sanguigna, sbarazzando il siero dalle sostanze colloidali che lo ispessiscono e che diminuiscono la sua vitalità e la sua capacità di fornire trombina(fermento coagulante), utile per la cicatrizzazione e l’obliterazione dei vasi lesi”[iii].

“Sfumano l’oro dei limoni…”: il Lafcadio in dormiveglia vide il giallo melinos dell’esplosivo a base di acido picrico che, ormai, con lo stesso effetto pirotecnico delle sue poesie, aveva cancellato i “mattini travestiti

                                           da pomeriggi

                                           albe da notti”[iv]

del Poeta senese che, quella mattina, non si era alzato, se n’era stato a letto, oppure era andato a spasso, senza muovere passo.

Il Lafcadio Incaricato inviò all’Accademia una busta con cui annunciare che l’incarico era stato portato a termine; la busta conteneva:

1)   Un ritaglio di giornale

Pomeriggi

Quando uno è defunto

cammina meglio

 

va a passo spedito

nei pomeriggi di festa

 

con un disteso sorriso

attraversa la città

 

lasciando ai vivi

i giorni pigri.

 

“Corriere della Sera”, 9 settembre 1999

 

e 2) un biglietto:

“In ottemperanza al tempo di esecuzione prescritto( P=con preavviso; → 9 settembre) si è proceduto all’eliminazione del Poeta a cui ci si riferisce con melinite, l’esplosivo e giallastro acido picrico.

I limoni del 17 ottobre sono speculari al colore della melinite”.

 

Il P.M. nel fascicolo fece rilevare che tra la Poesia del Preavviso(“Corsera” 9 settembre) e quella dei Limoni(“Corsera” 17 ottobre) trascorrono 38 giorni, ovvero, nel sistema astrologico delle direzioni primarie, 38 anni, ovvero 2 cicli di Metone, il ciclo lunare di 19 anni.

In ragione di questo rilievo è da presupporre, scrive il magistrato, che la Confraternita del Gaud abbia incaricato un Lafcadio con lo stesso sistema:

1)      essendo il Poeta del 1937, il Lafcadio Incaricato potrebbe essere un farmacista (o un chimico) da Tipo IV(nel Test dell’Accademia:→) nato nel 1956 o nel 1918;

2)      essendo il Poeta nato il 9 maggio, il Lafcadio Incaricato potrebbe essere nato 19 giorni dopo, il 28, oppure 19 giorni prima, il 20 aprile;

3)      abitando il Poeta al numero civico 19, l’Accademia, con l’esecuzione con Preavviso, ha fatto intendere al Lafcadio Incaricato che il tempo a dispoisizione era da conteggiare sulla base del numero di casa, dovendo questo essere cancellato dall’esplosivo.



[i] Impossibile: lì non c’è edicola!

[ii] Uscendo da Porta Ovile, ci si incammina per via Simone Martini fino a incrociare viale Lippo Memmi, che, percorso per oltre 100 metri per il lato destro ci fa immettere nella via al cui numero civico 19 abitava il Poeta cancellato.

[iii] Il Lafcadio Incaricato sta facendo la Cura dei Limoni: è evidente che la poesia di Attilio Lolini, pubblicata il 17 ottobre, abbia avuto la funzione di innesco. Per le proprietà del limone, di cui riferisce il Lafcadio, cfr. Raymond Dextreit, Le virtù della verdura e della frutta, trad.it. I Garzanti-Vallardi, Milano 1978.

[iv] L’oro dei limoni e il giallastro della melinite cancellano anche i “mattini travestiti da pomeriggi” di cui alla poesia pubblicata il 9 maggio, il giorno del compleanno del Poeta.

 

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