Tu sei qui: Portale PIAZZA 1 BIBLIOTECA Anna Vincitorio, Il richiamo dell’acqua, Genesi Editrice, 2009

Anna Vincitorio, Il richiamo dell’acqua, Genesi Editrice, 2009

Antonio De Marchi - Gherini

La breve raccolta , venti testi in tutto, si presenta compatta e coesa come un lungo monologo, giocato sul filo della memoria. Quasi una nuova vita che si snoda e si srotola come un film al rovescio, con fermo immagine su fatti, amori, eventi che hanno intersecato la vita dell’autrice.

Ovviamente non c’è solo autobiografia, nel dettato poetico sono ben presenti gli interrogativi e gli umori e ardori che attraversano la vita di tutti.

Poesia dell’anima, ma anche e soprattutto della mente, che osserva, registra decritta e descrive.

Con poche sapienti pennellate la poetessa affresca giorni che furono sfolgoranti, altri più prosaici e, sotto sotto, si rammarica di trovarsi con gli stessi desideri e le stesse pulsioni, e d’altra parte sappiamo che, anche se il corpo invecchia, lo spirito mai. Ma si devono fare i conti con un paesaggio drasticamente mutato.

E’ il destino di tutti, il tempo passa e cancella ogni cosa, restano solo immagini sbiadite che, a tratti, riprendono vita e speranza. Qua e là fanno capolino ombre, fantasmi e angeli; quello che fu e la speranza che la vita possa ancora riservare qualche piacevole sorpresa.

 

La tua casa

davanti il verde.

La speranza

ti è sfuggita di mano

Ti immagino,

sei lì pensoso

Hai nelle braccia

la tua vita

Non temere:

resterà il tuo sembiante,

rifiorirà il tuo seme

e sarà giorno di festa

nel ricordo

 

Come ben introduce Sandro Gros-Pietro, l’elemento acqua, tipico frutto lunare, aggiungo io, è il laboratorio della continua germinazione della vita, la purificazione dell’essere, la lustrazione del mondo.

Il mito è appena sfiorato, quasi un pretesto per giustificare la nostra fragilità e collegarla a padri e madri sempre pronti ad accoglierci da qualche parte, siano pure luoghi della mente, dell’anima o, più junghianamente, dell’inconscio profondo e quindi archetipo collettivo.

Insomma siamo davanti ad una sorta di breviario panteistico, con qualche svolazzo nel superno, e con tutti i capitoli in ordine: il tempo, l’infanzia, la nostalgia sensuale degli anni giovanili, l’amore e l’acre sapore del bilancio finale.

 

Al limitare del giorno

quando scende opaco il silenzio

restano schegge di parole

non dette, pensate, forse

ricompattate creano calore

Nasce un piccolo sole,

quello del ricordo

Lontano le ombre

nei meandri dell’acqua

che fu madre all’inizio

Il sipario è calato

Sopra,un tetto di stelle.

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