Tu sei qui: Portale PIAZZA 1 BIBLIOTECA Giuseppe Iuliano, Vento di fronda, Ed. Delta 3, 2012

Giuseppe Iuliano, Vento di fronda, Ed. Delta 3, 2012

Antonio Spagnuolo

In una dinamica poetica del tutto personale i ritmi e le frequenze qui offerti hanno l’irrompere delle immagini, degli avvicendamenti, delle metafore per un dettato ricco e senza mediazioni. Iuliano, in un gioco di seduzioni e di alternanze, ama diversificare i versi e gioca con arguzia, dal quinario all’endecasillabo, senza tema di disperdere le sue figurazioni. Un lavoro attento sia per vigore sia per scelte del segno.

A volte il suo grido ritorna con stupore alla sua campagna, al suo luogo di origine, per riprendere giorno dopo giorno gli accenni di una vita che saldamente pone le radici nel passato:

“…La terra irpina / sudario di madre di sette dolori / fa urlo lacero di viscere / e si attorce sprofondando nel vortice…”. Il richiamo è sentito nel tono ardente del sentimento, tra i percorsi rapidi del tempo e le ricchezze di un bagaglio che è simbolo della libertà. “L’Irpinia è chiusa, prigioniera/ nel recinto di precarietà / come gregge allo stallo….”

A volte il silenzio lo attanaglia per riflessi colorati: “…Ci tocca sfidare a pugni ed urli/il silenzio e le congiure del mondo / stramaledetto insolente/ che conserva rami secchi/ e fulmina a bestemmia / fusti chiome e radici.” e il suo riaffiorare dalle tenebre cerca riparo per l’anima peregrina, “che si interroga, si danna, e trova risposte date a metà o a mezza voce”.

Poesie tutte registrate con equilibrio, e nella quali a tratti non mancano riverberi per valori etici, stilati nell’amore della fraternità, della solidarietà, della giustizia, per brani che molto spesso nascono dalla malinconia o dalla esasperata solitudine.

Una certa malcelata melodia tratteggia momenti di sconforto, momenti di stanchezza o smarrimento, ma riecheggia tra le riga una molteplice orchestrazione, capace di ricomporre le frammentazioni e donare chimere e illusioni.

Azioni sul documento
Navigazione