Tu sei qui: Portale PIAZZA 1 BIBLIOTECA Flavio Ermini, Il compito terreno dei mortali, Mimesis, 2010

Flavio Ermini, Il compito terreno dei mortali, Mimesis, 2010

Antonio Spagnuolo

“Sono frammenti di una mitografia del pensiero, ove, però, non il pensiero scrive il mito, ma il mito il pensiero. Frammenti, pensieri-frammenti: non resti di una Totalità perduta; pensieri, bensì, che nascono come frammenti, pensieri che emergono alla luce della coscienza senza un inizio determinato e senza una conclusione certa: si iscrivono nella pagina dalla metà del rigo e mancano del punto che chiude la frase, il periodo. Né sono legati tra di loro – li divide un vuoto, lo spazio bianco della scrittura…” così Vitiello illumina il lettore, che potrebbe intravedere in queste poesie/non poesie, più che un illuminante verso, una semplice proposta del distillato multicolore di filosofia. L’incubo della morte, “la sorella del sonno”, è presente ad ogni sospiro, entrata nelle spire della vita stessa, e che ogni mortale affronta con apparizioni e dissolvenze, con la lotta taciuta ed urlata, mutilata ed illusoria, la quale ridesta le zone del dolore per intraprendere quell’itinerario che nelle varianti dell’indistinto procede ad immaginare le forme segrete della psiche.

Immersa nelle cose tangibili del mondo, pronta a rivendicare la propria irriducibile alterità, la realtà dell’esistere diviene una indiscrezione concentrata nelle eccezionali evocazioni del procedere, legata alla volontà inespressa di una liturgia incompiuta, capace di stordire per rinnovare, di ulcerarsi per continuare, di rivelarsi per interrompere l’ineluttabile corrodersi della carne.

Quale allora il compito terreno del mortale ?

Riuscire a contenere il destino che lo inchioda sulla terra per ricucire ferite, per curare fratture, per tamponare il sangue che sgorga senza ragione, quasi sempre senza lasciare traccia di questa sua tragica condizione di vittima.

Scrittura tutta tesa a coinvolgere per quella sua lucida selezione della parola, sospesa e ritrovata nell’incessante obbligo della memoria.

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